I DETECTION DOGS PER IL COVID-19 SONO UNA COSA SERIA, NON UN FAKE

Comunicato stampa                                                 Novate Milanese, 14.01.2021

I DETECTION DOGS PER IL COVID-19 SONO UNA COSA SERIA, NON UN FAKE

La “sperimentazione” in corso sull’impiego dell’olfatto del cane per il rilevamento delle affezioni da Covid-19 non ha nulla a che fare con l’attività svolta nelle scuole di Bolzano riportata in alcune notizie una settimana fa. Essa avrebbe avuto risultati assolutamente deludenti, con una percentuale di insuccessi dei cani pari al 100% nell’individuare le persone affette (15 su 15). È stata condotta da un’associazione cinofila locale.

A tale proposito Medical Detection Dogs Italy onlus dichiara:

Di non avere nulla a che fare con la suddetta associazione e con tale “sperimentazione” fatta sotto forma di show pubblico. MDDItaly onlus è la branca italiana della Charity inglese che da anni promuove la ricerca sull’impiego dell’olfatto dei cani per il rilevamento di malattie metaboliche, fra cui tumori, epilessia, malaria e ora anche Covid-19, oltre che per l’allerta medica (segnalazione delle crisi diabetiche). Anche in Italia, MDDI svolge unicamente ricerche a carattere scientifico in collaborazione con istituzioni universitarie e istituti medici e secondo criteri scientifici e tecnici di comprovata attendibilità. In Italia, ha effettuato negli anni scorsi uno studio pluriennale sul tumore al polmone da Università di Milano e IEO (Istituto Europeo di Oncologia), pubblicata nel 2018, che ha indicato una percentuale di successo del cane nell’individuare i campioni positivi del 95%.  

La “sperimentazione” effettuata a Bolzano al contrario palesa impreparazione, mancanza di esperienza specifica e approssimazione, poiché l’affidabilità del fiuto del cane è già comprovata ampiamente da molteplici e autorevoli studi scientifici e confermata dall’esperienza di chi la impiega in modo professionale. Il risultato negativo (100% di insuccessi) dimostra che è stata fatta in modo prematuro e sbagliato, fra l’altro con un inadeguato allenamento del cane, con cani non già preparati sulla ricerca biologica, con personale probabilmente non referenziato e preparato nello specifico settore della ricerca biologica e utilizzando supporti discutibili (legno, bicchieri da caffè, mascherine) che inficiano il lavoro di discriminazione olfattiva del cane e non garantiscono la sicurezza degli operatori e delle persone coinvolte sul piano sanitario. “Sperimentazione” inutile, del resto, fatta su campioni e supporti, perché superata nei fatti dall’impiego già in atto dei test rapidi.

L’obiettivo di una seria ricerca è l’utilizzo del cane in screening sulle persone in screening esteso e veloce presso strutture quali scuole, mezzi di trasporto, stazioni, aeroporti, crociere, industrie, RSA: un metodo veloce, economico, non invasivo, sicuro per rilevare le infezioni e prevenire la diffusione del contagio.

MDDItaly sta avviando una sperimentazione sul rilevamento del Covid-19 con l’Università di Milano (facoltà di Medicina veterinaria) e con un importante istituto lombardo di ricerca biomedica che fornisce i campioni biologici. L’obiettivo è di mettere a punto un protocollo operativo per la sicurezza sanitaria degli operatori e delle persone coinvolte, e per gli operatori cinofili e i cani impiegati che devono già essere addestrati nella ricerca biomedica. I tempi previsti per la preparazione dei cani sono di qualche settimana. Tale ricerca non riceve fondi pubblici ed è stata attivata una raccolta fondi per avviare la prima fase; i fondi raccolti non finanziano attività come quelle sopraindicate svoltesi a Bolzano, ma unicamente la sperimentazione scientifica di MDDI con l’Università di Milano. 

Per approfondire (premesse, dettagli e fasi del progetto MDDI di ricerca, promotori e team, raccolta fondi): www.mddi.it/it/senza-categoria/progetto-cani-anti-covid19/

Aldo La Spina, direttore tecnico MDDItaly onlus, Novate Milanese